Il più antico documento conservato presso la Raccolta Putelli di Breno (BS) è una pergamena datata 30 marzo 1311.
Faceva probabilmente parte dell’archivio della Comunità di Valle Camonica, l’istituzione che, dal Basso Medioevo alla fine dell’Età Moderna (circa secc. XII-XVIII), raggruppava i singoli comuni della vallata, agendo come interlocutore politico nei confronti degli altri poteri locali (come i Comuni di Brescia e Bergamo) o sovralocali (dalle signorie di Milano e Venezia al Sacro Romano Impero).
Verso il fondo del testo si notano due curiose iscrizioni.
Sono i monogrammi degli imperatori Federico I Barbarossa, famoso tra l’altro per il suo scontro con i comuni italiani della Lega Lombarda a Legnano, nel 1176 e di Enrico VII (“l’Alto Arrigo” citato da Dante nella Divina Commedia), morto 136 anni dopo, nel 1313.
Il documento infatti è prodotto dalla cancelleria di Enrico VII e contiene al suo interno un documento precedente, firmato da Federico Barbarossa.
L’atto è un privilegio, ovvero una concessione fatta dall’Imperatore ai suoi fedeli sudditi, i “fedeli cavalieri di Valcamonica e gli uomini di tutto il comune della medesima terra“.
Perché Federico decise di concedere un privilegio alla Valle Camonica? E perché Enrico lo confermò? Quale era l’oggetto della concessione dell’imperatore?
Il laboratorio, pensato per una scuola secondaria di primo grado, vuole portare gli alunni a cercare la risposta a questi interrogativi, guidandoli nell’analisi di una fonte primaria.